venerdì 4 gennaio 2019

Tre dee alla scuola media (di Lia Celi)

Ridere di gusto non è sempre facile con i romanzi per ragazzi ma qui l'autrice, Lia Celi, (assai preparata su questioni mitologiche😍) trasferisce la sua arguzia ai personaggi del mito (con battute in linea con i tempi cui appartengono!) ed agli umani di oggi dentro il cui mondo finiscono le tre dee più capricciose dell'Olimpo, Atena, Afrodite e Artemide. Zeus, infatti, vuole punirne la condotta spesso eccessivamente vendicativa verso gli uomini. Intanto all'Olimpo giunge Lachesi che allarma gli dei predicendo loro che gli uomini presto li sostituiranno con altri idoli, perché stanchi degli intrighi divini e gli abitanti dell'Olimpo incolpano Omero per lo scadimento della loro fama😂😂Ed ecco allora l'idea di Zeus: convincere suo padre, il vecchio Cronos in esilio presso le Macaroi Nesoi proprio grazie a Zeus, a dargli una mano.
Cronos vede nell'offerta che suo figlia gli fa giungere grazie ad un timoroso Ermes, un'occasione di riscatto: accetta perciò di dare una mano a suo figlio, ma gli gioca un brutto tiro e non solo a lui. E siccome l'accordo era che le tre dee finissero nel bel mezzo della Titanomachia affinché imparassero, lottando, cosa aveva significato per i più importanti dei
dell'Olimpo prendersi troni e poteri,  Cronos  le spedisce sì in mezzo ai Titani in lotta, ma tra quelli rappresentati su di un grande quadro  che si trova nell'androne di un palazzo. Lì vive anche Lorena Balducci, prof di Lettere appena andata in pensione.
Ed è proprio davanti agli occhi increduli della prof che sta per andare a fare jogging che tre adolescenti scarmigliate e seminude si ritrovano a discutere e a litigare tra loro.
La donna all'inizio crede di avere le visioni, specie quando sente come le ragazze si apostrofano tra loro, usando nomi ed espressioni altisonanti e addirittura in greco! È abituata ad altro linguaggio adolescenziale e perciò crede di essere finita in un classico...sogno. Ma quando Afrodite nuda esce per strada spalancando il portone del palazzo e provocando un tamponamento a catena, la prof capisce che deve mettere in salvo queste strane ragazze da un mondo che loro non sembrano pronte ad affrontare, a partire da come sono vestite, anzi da come non lo sono😂
E allora le porta su con sé, tenta di dar loro qualcosa da mangiare ma le tre giovani dee sembrano non comprendere cosa debbano farsene di quelle ciotole che la donna presenta loro. Poi un profumo stuzzica le loro narici: è il profumo di arrosto che sale dal kebabaro  sotto casa della prof, "Spiedini divini", e ad Atena, Afrodite e Artemide ricorda il fumo dei sacrifici di cui solo si sanno cibare insieme al nettare e all'ambrosia.
Le scene delle tre dee nei corpi di altrettante adolescenti di oggi, ma senza i loro poteri divini, sono davvero esilaranti da questo momento in poi.
Le battute rudi di Artemide, la più selvaggia delle tre, quelle sensuali e talora sciocche di Afrodite se la devono sempre vedere con le pungenti e geniali osservazioni  di Atena, colei che ne sa sempre una più di tutti!
E quando a casa della prof giunge Amerigo, che frequenta la terza media e va da lei a lezione di italiano, la matassa si complica.
Amerigo è il classico sfigato che a scuola chiamano "Cicciorigo" e che di fronte alle tre divine ragazze e ai loro racconti si convince  di trovarsi di fronte a delle eroine provenienti da un'altra dimensione. Ma l'unica "altra dimensione" che Amerigo conosce è quella  dei videogiochi e perciò al racconto delle tre giovani dee lui pensa che Atena, Afrodite e Artemide siano davvero  tre eroine  le quali hanno perso i loro superpoteri nel passaggio dalla loro dimensione a quella reale. Amerigo si sente investito finalmente di una missione, di un ruolo, che nessuno, men che meno la scuola, è finora riuscito a dargli.
La prof Balducci capisce  allora che questa missione, come la chiama lui,  può tornare utile, oltre che a lui, anche a lei  ed alle "sue" ragazze. Già perché nel frattempo la prof ha dovuto  spacciare le tre dee per le sue nipoti appena arrivate dalla Grecia e derubate di ogni cosa all'aeroporto. È l'unico modo per giustificare alla polizia giunta alla sua porta  dopo il mega tamponamento provocato dalle nudità afrodisiaci, cosa ci fanno tre ragazze seminude in casa sua.
L'iscrizione temporanea alle medie per le tre finte nipoti è la soluzione che alla prof appare pertanto più indicata.  Sceglie la sua  ex scuola, quella in cui lei, seppur in pensione, è rimasta un'istituzione.
Il resto è un tuffo tra gli orrori e gli errori che il mondo delle medie oggi fanno vivere un po' a tutti, compresi i prof., e con cui dovranno fare i conti anche Arty, Aty ed Afry Olympos😂😂😂 

E all'Olimpo, nel frattempo? È tornato il Caos e gli dei vengono investiti dalla crisi che infuria in ogni settore delle umane attività per l'assenza delle tre dee. 

Le risate sono assicurate e sempre infarcite di cultura classica che si rivela alla fine terapeutica per tutti, personaggi e lettori.
È una straordinaria lezione su come attualizzare i miti oggi, alla portata di ragazzi che spesso i veri miti li conoscono poco o affatto😀😀😀

martedì 1 gennaio 2019

Abbiamo toccato le stelle di Riccardo Gazzaniga

Un'"astro-logia" sportiva, una piccola raccolta di grandi stelle del mondo sportivo e non solo, di campioni nell'accezione più ampia del termine, come chi "difende con forza e coraggio una causa o un ideale nobile".
È una raccolta di 20 racconti, uscita due giorni fa per la casa editrice Rizzoli, dello scrittore genovese  Riccardo Gazzaniga, dal titolo  "Abbiamo toccato la stelle".
Ci sono le storie di Tommie Smith e John Carlos, di Zanardi, di Muahammad Alì, di Surya Bonaly, di Gino Bartali, di Terry Fox, di Mikael Lindnord e del cane Arthur, di Peter Norman ecc...
La bellezza di queste storie-tutte- sta nel filo rosso che le accomuna e nel modo in cui la bella penna di Gazzaniga ha saputo raccontarle. I protagonisti sono uomini o donne che hanno dovuto scontrarsi con pregiudizi, divieti o grandi difficoltà,  legati al colore della propria pelle o al proprio sesso o all'uno e all'altro insieme; che hanno conosciuto i volti della malattia o della disabilità propria o di persone a loro vicine, senza smettere di lottare.
Campioni nella vita oltre che  nelle loro discipline, pertanto diventate stelle, perché non hanno solo  raggiunto traguardi o conseguito medaglie nello sport praticato-e talora neppure quelle-,  ma sono saliti sul podio della storia, della memoria della gente del loro tempo e di quello a venire, per l'eclatanza dei loro gesti che "in-segnano", lasciano il segno: gesti di ribellione e di lotta per i diritti di tutti, gesti di amore per la vita.
Ho portato con me il libro leggendone d'un fiato le prime 12 storie, mentre aspettavo mio marito  che facesse un esame, martedì scorso: quando sono seduta nella sala d'aspetto di un ospedale per me è cosa rara trovare concentrazione nella lettura, perché mi lascio distrarre dalle preoccupazioni dell'attesa. Ma quando ho iniziato a leggere le prime pagine della storia di Tommie Smith e John Carlos è stato come se i miei pensieri fossero stati presi per mano da quelle parole, come il campione che tiene per mano il bimbo nell'immagine di copertina del libro.
E senza che mi accorgessi del tempo che intanto passava mi sono ritrovata al fondo di un'altra splendida storia, quella della pattinatrice di colore Surya Bonaly,  ritiratasi dopo il suo mortale salto all'indietro non previsto alle olimpiadi del 1998: "Se non prendi una medaglia, non significa che non vali niente. E poi a che servono le medaglie? A raccogliere polvere? Io dico ai miei pattinatori: cercate di essere felici, quando pattinate. Se avete fatto del vostro meglio, allora avete fatto bene".
Questa, mi sono detta, sarà  la frase con cui quest'anno accoglierò i miei allievi in classe, per poi iniziare a raccontare loro nei giorni a venire anche  queste belle storie.
Sono storie che fanno  bene ai ragazzi, ma non solo a loro: perché dentro c'è il sacrificio di chi ne è  protagonista, il prezzo dello sforzo per raggiungere una conquista, per lavorare sui propri talenti. Ma anche il prezzo pagato da chi si è ritrovato talora a rinunciare alla propria medaglia metallica  per vincere una più importante  battaglia ideale.
E poi la storia di questo libro è anch'essa esemplare, perché nato da un post, scritto qualche anno fa su Facebook  da Gazzaniga sulla storia di Peter Norman che ha fatto il giro di diversi paesi del mondo, scatenando anche l'ira del comitato olimpico australiano che gli aveva ingiunto di ritrattarlo. Gazzaniga ha tenuto testa e ha detto no, ricevendo tempo dopo dall'Australia un messaggio di tutt'altro tono firmato dal nipote di Peter Norman che lo ringraziava per quanto da lui scritto su suo zio, dichiarandosi al suo fianco per questa battaglia di memoria.
Gazzaniga, Matt ma soprattutto Peter Norman, sebbene ormai morto, alla fine la loro battaglia l'hanno vinta: il comitato olimpico australiano a distanza di cinquant'anni ha scelto di conferire l'ordine al merito a Peter Norman per riparare agli errori commessi, cosa a cui avrà contribuito anche il post di Gazzaniga, divenuto racconto e appartenente a questa bellissima raccolta.
Leggerla dà davvero la sensazione di toccare le stelle!
(mia recensione pubblicata sulla mia pagina Facebook il 6 settembre del 2018)
Il lavoro della III C sul testo