martedì 1 gennaio 2019

Abbiamo toccato le stelle di Riccardo Gazzaniga

Un'"astro-logia" sportiva, una piccola raccolta di grandi stelle del mondo sportivo e non solo, di campioni nell'accezione più ampia del termine, come chi "difende con forza e coraggio una causa o un ideale nobile".
È una raccolta di 20 racconti, uscita due giorni fa per la casa editrice Rizzoli, dello scrittore genovese  Riccardo Gazzaniga, dal titolo  "Abbiamo toccato la stelle".
Ci sono le storie di Tommie Smith e John Carlos, di Zanardi, di Muahammad Alì, di Surya Bonaly, di Gino Bartali, di Terry Fox, di Mikael Lindnord e del cane Arthur, di Peter Norman ecc...
La bellezza di queste storie-tutte- sta nel filo rosso che le accomuna e nel modo in cui la bella penna di Gazzaniga ha saputo raccontarle. I protagonisti sono uomini o donne che hanno dovuto scontrarsi con pregiudizi, divieti o grandi difficoltà,  legati al colore della propria pelle o al proprio sesso o all'uno e all'altro insieme; che hanno conosciuto i volti della malattia o della disabilità propria o di persone a loro vicine, senza smettere di lottare.
Campioni nella vita oltre che  nelle loro discipline, pertanto diventate stelle, perché non hanno solo  raggiunto traguardi o conseguito medaglie nello sport praticato-e talora neppure quelle-,  ma sono saliti sul podio della storia, della memoria della gente del loro tempo e di quello a venire, per l'eclatanza dei loro gesti che "in-segnano", lasciano il segno: gesti di ribellione e di lotta per i diritti di tutti, gesti di amore per la vita.
Ho portato con me il libro leggendone d'un fiato le prime 12 storie, mentre aspettavo mio marito  che facesse un esame, martedì scorso: quando sono seduta nella sala d'aspetto di un ospedale per me è cosa rara trovare concentrazione nella lettura, perché mi lascio distrarre dalle preoccupazioni dell'attesa. Ma quando ho iniziato a leggere le prime pagine della storia di Tommie Smith e John Carlos è stato come se i miei pensieri fossero stati presi per mano da quelle parole, come il campione che tiene per mano il bimbo nell'immagine di copertina del libro.
E senza che mi accorgessi del tempo che intanto passava mi sono ritrovata al fondo di un'altra splendida storia, quella della pattinatrice di colore Surya Bonaly,  ritiratasi dopo il suo mortale salto all'indietro non previsto alle olimpiadi del 1998: "Se non prendi una medaglia, non significa che non vali niente. E poi a che servono le medaglie? A raccogliere polvere? Io dico ai miei pattinatori: cercate di essere felici, quando pattinate. Se avete fatto del vostro meglio, allora avete fatto bene".
Questa, mi sono detta, sarà  la frase con cui quest'anno accoglierò i miei allievi in classe, per poi iniziare a raccontare loro nei giorni a venire anche  queste belle storie.
Sono storie che fanno  bene ai ragazzi, ma non solo a loro: perché dentro c'è il sacrificio di chi ne è  protagonista, il prezzo dello sforzo per raggiungere una conquista, per lavorare sui propri talenti. Ma anche il prezzo pagato da chi si è ritrovato talora a rinunciare alla propria medaglia metallica  per vincere una più importante  battaglia ideale.
E poi la storia di questo libro è anch'essa esemplare, perché nato da un post, scritto qualche anno fa su Facebook  da Gazzaniga sulla storia di Peter Norman che ha fatto il giro di diversi paesi del mondo, scatenando anche l'ira del comitato olimpico australiano che gli aveva ingiunto di ritrattarlo. Gazzaniga ha tenuto testa e ha detto no, ricevendo tempo dopo dall'Australia un messaggio di tutt'altro tono firmato dal nipote di Peter Norman che lo ringraziava per quanto da lui scritto su suo zio, dichiarandosi al suo fianco per questa battaglia di memoria.
Gazzaniga, Matt ma soprattutto Peter Norman, sebbene ormai morto, alla fine la loro battaglia l'hanno vinta: il comitato olimpico australiano a distanza di cinquant'anni ha scelto di conferire l'ordine al merito a Peter Norman per riparare agli errori commessi, cosa a cui avrà contribuito anche il post di Gazzaniga, divenuto racconto e appartenente a questa bellissima raccolta.
Leggerla dà davvero la sensazione di toccare le stelle!
(mia recensione pubblicata sulla mia pagina Facebook il 6 settembre del 2018)
Il lavoro della III C sul testo

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