Ideali: "idee con le ali"

Ci sono giorni, ed oggi è stato uno di quelli, in cui mi chiedo se e quanto valga la pena portare avanti battaglie ideali. Poi volgo lo sguardo verso mia figlia che di questo sgangherato mondo cui appartiene non sa ancora nulla. Oppure lo sguardo si posa sulla sgangherata prosa dei temi dei miei allievi. Sgangherata nella forma, ma genuina, verace nei contenuti, carichi di ideali. La lezione sugli "ideali", sulle "idee con le ali", come amo spiegare loro, è una delle mie preferite.

È quella in cui racconto una splendida storia, cambiandone il finale. È la storia di un padre maestro e di un figlio apprendista che un giorno si ritrovarono rinchiusi dal sovrano dell'isola in cui vivevano. Questi, infatti, aveva deciso per punizione di privarli della loro libertà. Ma grazie al suo ingegno, il padre insegnò al figlio a costruirsi un paio d'ali, con cera e piume di uccelli; anche il padre ne costruì un paio per sé. E quando quelle ali furono finalmente pronte, i due volarono lontano dall'isola del crudele sovrano. Ora è qui che il mio finale si sostituisce a quello che insieme ai miei allievi ritroviamo sul libro. A me piace immaginare che Dedalo, il padre maestro, ed Icaro, il figlio apprendista, abbiano entrambi raggiunto una nuova isola e che il primo abbia non solo saputo regalare al figlio la libertà, ma i mezzi necessari a raggiungerla: quelle ali dell'ingegno, della fantasia, del pensiero senza le quali non potremmo vivere.

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