mercoledì 24 aprile 2019

25 aprile, la Liberazione. Che festa è?

Oggi che festa è? È la festa della Liberazione. Ma cosa significa? Quando e chi ci liberò? E, sopratutto, da cosa ci liberammo?
Fra il 1922 e il 1943, per oltre vent'anni, l'Italia era stara una dittatura con a capo colui che si faceva chiamare "duce", Mussolini. Il regime che Mussolini instaurò incontrò il sostegno, il consenso di tanti italiani che la pensavano come lui; altri, invece, per viltà, paura, disinteresse hanno preferito non vedere cosa accadesse. Cosa fu il fascismo, la dittatura di Mussolini, lo vedremo meglio il prossimo anno, ma vi basti immaginare che sotto dittatura le libertà fondamentali dell'uomo (di parola, di sciopero, di opinione, di associazione...) vennero negate. E chi si opponeva alle "leggi" del dittatore rischiava il confino (l'esilio) o la morte. Poi nel 1938 entrarono in vigore le leggi razziali in Italia che l'amico di Mussolini, Hitler, al potere in Germania dal 1933, aveva emanato nel suo paese già tre anni prima. E per gli ebrei anche in Italia fu l'inizio della catastrofe: tanti ebrei nati e cresciuti in Italia da generazioni furono  discriminati, perseguitati, ghettizzati e deportati fino ad eseere sterminati nei campi di sterminio. Ma tutti gli italiani erano fascisti all'epoca? No. Ce ne  furono di antifascisti sin dall'inizio di questa storia. Vi faccio tre nomi di tre personaggi di cui vi racconterò la storia: Giacomo Matteotti , Piero Gobetti e Antonio Gramsci. Perché loro tre? Perché la loro morte avvenne proprio nei primi anni in cui Mussolini salì al potere. Le loro parole di opposizione al pensiero del duce infastidiscono al punto che Matteotti nel 1924 fu rapito per aver denunciato Mussolini in Parlamento e aver detto che i fascisti avevano vinto le elezioni perché mettevano paura alla gente e la minacciavano con i manganelli.  Per queste parole venne trovato settimane dopo pestato a morte vicino Roma.
Piero Gobetti, nel 1926, all'uscita dalla redazione della  rivista che dirigeva a Torino venne massacrato a botte e ridotto in fin di vita. Mussolini lo chiamava "insulso oppositore" per le sue parole contrarie al regime. A causa delle percosse ricevute Piero morirà poco dopo a Parigi dove insieme alla giovane moglie Ada incinta si erano trasferiti. Piero muore poco prima che nasca il suo unico figlio, Paolo, che lui, purtroppo, non conoscerà. E poi Antonio Gramsci, che venne incarcerato perché fondatore del partito nemico del fascismo, quello comunista. Si ammalò in carcere ma non fu fatto uscire e morì nel 1937. Sono tre storie esemplificative di quello che accadde negli anni del ventennio fascista a chi non si spaventava di manifestare la propria opppsizione al dittatore. La paura era tanta però.
Poi scoppiò la guerra nel 1939 e siccome Hitler che l'aveva provocata era alleato di Mussolini anche l'Italia vi entrò nel 1940: il 10 giugno del 1940. Fino al 1943 Italia e Germania saranno alleate in guerra e combatteranno fianco a fianco; ma le cose si mettono male dal '41-42 per la Germania. E così dal 1943 le cose cambiano. Il re d'Italia, Vittorio Emanuele III che aveva consegnato l'Italia a  Mussolini nel 1922, decide che quest'ultimo venga destituito, cioè che a Mussolini venga tolto il potere. D'altronde il consenso verso Mussolini era sceso parecchio. Egli fu prima incarcerato e poi però liberato dai suoi alleati tedeschi. Ma l'Italia a quel punto si spacca in due: ci sono infatti ancora tanti fascisti cioè quanti fanno il tifo per Mussolini e si schierano dalla sua parte; nel frattempo però gli antifascisti sono aumentati e tanti saranno i giovani che si ribellano a ciò che fino ad allora è stata l'Italia, si procurano armi come possono e si rifugiano tra le montagne per combattere come meglio possono i soldati tedeschi che vengono ad occupare la nostra penisola. I tedeschi considerano l'Italia traditrice perché il 3 settembre del 1943 essa ha firmato un patto segreto con gli Alleati, gli Inglesi e gli Americani, spezzando l'alleanza con la Germania. Perciò i tedeschi di Hitler occupano il nostro Paese dal '43 e danno una mano a Mussolini che si vuole riprendere l'Italia tutta. Lui, nel frattempo ha creato una piccola repubblica fascista al nord, chiamata RSI, la Repubblica Sociale Italiana o di Salò.
I tanti giovani  che dal '43 al '45 hanno combattuto per liberare l'Italia dalla presenza dei nazifascisti vennero chiamati "banditi", "ribelli" dai loro nemici; tra loro essi si chiamavano "partigiani". E tra i tanti partigiani che combatterono nelle nostre valli, tra le nostre montagne e che il 25 aprile del 1945 e nei giorni seguenti riuscirono a scendere nelle città principali del nord Italia (Torino, Genova, Milano) e a liberarle c'era anche il giovane Paolo Gobetti, che era nato nel 1926 e all'epoca era appena diciannovenne. Paolo onorò la memoria di un antifascista come suo padre non solo divenendo partigiano, ma dando vita anni dopo a Torino all'ANCR all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza che si trova in corso Valdocco a Torino.
Insieme ad un amico, Giuseppe Risso, Paolo realizzò un docufilm sulla lotta partigiana, le cui scene raccontano come tra il '43 e il '45 i partigiani vissero tra le montagne e combatterono contro il nemico nazifascista.
La Resistenza cui diedero vita i partigiani fu combattuta in tanti Paesi in Europa occupati sin dal 1940 dall'esercito di Hitler: prima di tutto in Francia, dove il termine "Resistenza" nasce e dove i partigiani si chiamavano "maquisard" da "maquis", la macchia, la selva dove trovavano rifugio durante la loro lotta. Il docufilm realizzato da Gobetti  s'intitola "Lotta partigiana" e se volete vederne qualche scena lo trovate al link della pagina di Wikipedia. Questa pagina wikipediana dedicata al film di Gobetti e Risso è nata solo scorso anno. Grazie al corso promosso dall'istituto Istoreto, io e la classe III A l'abbiamo realizzata proprio sotto la guida di alcuni membri dell'ANCR, Adriana Toppazzini e Corrado Borsa.
Buona festa della Liberazione a voi e buona lettura/visione della voce/docufilm "Lotta partigiana"

Nessun commento:

Posta un commento