domenica 29 dicembre 2019

Il realismo fantasioso di Dino Buzzati

"Galoppa, fuggi, galoppa superstite fantasia.Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace". 
Quest'anno ho scelto quale protagonista delle mie letture antologiche in terza il realismo fantasioso di Buzzati. I tanti racconti dello scrittore bellunese si rivelano, infatti, un'inesauribile fonte di ispirazione per il lavoro di analisi e di costruzione del testo narrativo, funzionale all'esercizio dei ragazzi sulla tipologia A del tema d'esame. 
Lo è prima di tutto la dimensione del racconto in sé, poiché, più del brano di un testo narrativo lungo -il romanzo-, il racconto fornisce ai ragazzi anche indicazioni strutturali puntuali e necessarie quando viene poi loro richiesto di raccontare.
Ma ciò che rende interessante il lavoro sui racconti di Buzzati è quanto lui stesso considerava una cifra stilistica della sua scrittura: giornalismo e letteratura nei suoi racconti sono, infatti, la stessa identica cosa.  "Nel rapporto fantasia -cronaca si trova di sicuro il meccanismo base delle cose decenti che io ho eventualmente scritto" ebbe a dichiarare più volte lo scrittore con non poca modestia.
Montale  per definire la coesistenza di queste due vocazioni narrative in Buzzati usa un'interessante metafora: la chiama "lo stesso guanto, ma rovesciato". Una metafora assai efficace anche per spiegare ai ragazzi l'azione di chi narra: quando narriamo, infatti, rivestiamo di parole l'oggetto della nostra narrazione, come gli facessimo indossare un guanto. Il guanto inevitabilmente ci rimanda all'immagine della mano e questa alla manipolazione che, di fatto, il racconto di una storia ci permette di compiere. Tutte le volte in cui narriamo, infatti, manipoliamo la  storia per darle forma: scegliamo la voce narrante e il punto di vista, il/i protagonista/i, l'ambientazione, il momento a partire dal quale narrare ecc... Così una storia prende corpo, diventando trama: e quante trame può avere una stessa storia? Tante.
Ecco che si rivela un utile esercizio di manipolazione della storia quello di spogliare un testo degli elementi di fantasia di cui si compone o, viceversa, il ribaltamento fantastico della cronaca, una sorta di vestizione fantasiosa della realtà. 
Lo si può già fare con la favola, con la fiaba e con il genere fantasy. Ma con i racconti di Buzzati, quelli in cui "il fantastico sbocca su una forma di realtà" l'esercizio si rivela assai più interessante perché coglie di sorpresa il suo lettore e lo induce a pensare che la stessa situazione potrebbe  accadere anche a lui. 
Si può scegliere per il lavoro d'aula la raccolta "La boutique  del mistero", uscita nel 1968 e comprendente 31 racconti provenienti da altre sue raccolte. 
"La boutique del mistero"- il cui titolo cattura già i nostri giovani lettori- è  peraltro reperibile in rete in formato pdf: ciò consente all'insegnante di poter lavorare in classe sui testi anche attraverso l'ausilio della LIM.
L'esercizio che di seguito proverò ad illustrare è quello proposto ai miei ragazzi sul breve racconto "I giorni perduti", un microracconto della sezione tematica "Solitudini" de "Le notti difficili", ultima raccolta dell'autore uscita qualche mese prima della sua morte.
Si è notato come l'incipit e la rottura dell'equilibrio iniziale del racconto possano essere considerati la cronaca di un furto: Ernest Kazirra, proprietario di una sontuosa villa, di cui ha preso possesso da poco tempo, sta rincasando quando avvista un uomo che esce da una porticina secondaria del muro di cinta con una cassa sulle spalle e la carica poi su un camion. Kazirra a quel punto si lancia all'inseguimento del camion che lo conduce fino all'estrema periferia della città.
Da qui in poi nel racconto originale di Buzzati il realismo iniziale cede il passo ad un'atmosfera fantastica e misteriosa che avvolge la storia fino all'epilogo finale, quando l'ombra della notte scende come un sipario ad indicare la fine della giornata, della storia e del misterioso spettacolo.
La cassa, che il lettore scopre non essere sola nel racconto, e l'uomo di cui si sente la voce nel breve dialogo tra lui e Kazirra, sono quegli elementi che da reali diventano via via surreali a mano a mano che il racconto procede. E come sono apparsi agli occhi di Kazirra all'inizio della storia, così svaniscono come ombre nell'ombra della notte. 
Quale lavoro proporre a seguire ai nostri ragazzi? 
Per cominciare una caccia alle storie tratte dalla cronaca dei quotidiani locali e/o nazionali, presenti o passate, che possano fornire idee per una loro narrazione sottoforma di racconto. 
Da lì la costruzione dell'incipit e della rottura dell'equilibrio iniziale. In questa fase si chiederà ai ragazzi di scegliere quali elementi della narrazione faranno poi diventare fantastici: si potrà fornire loro un catalogo di soluzioni che a partire dall'uomo e dalla casa de "I giorni perduti", potranno aver realizzato loro stessi attraverso un'analisi comparativa dei testi di Buzzati. Qui l'insegnante può scegliere di farli lavorare per gruppi su gruppi di racconti differenti. Ciò agevola la catalogazione.
A quel punto ci si occuperà dello sviluppo centrale della storia, occasione per lavorare meglio, ad esempio, sulle caratteristiche delle sezioni dialogiche, riflessive, descrittive e narrative.
L'epilogo, come l'incipit, sarà infine occasione di riflessione guidata a partire sia dall'evento di cronaca che avremo scelto di far diventare racconto che dalle tipologie di epiloghi che i racconti di Buzzati ci avranno insegnato a costruire. 
La lettura di Buzzati ci spingerà anche a riflettere sui temi di sempre: l'inquietudine che generano le attese, il passare del tempo, la muta bellezza delle cose, gli incubi notturni, l'indifferenza del destino, la vanità delle glorie, la pietà per gli indifesi, i vecchi, gli animali, la condanna della stupidità massificata e la presenza della magia dell'ovvio.
Il fantastico, in particolare,   serviva a Buzzati anche per scherzare: sosteneva infatti che la "pagina più riuscita è quella che insieme diverte e commuove" e che "nelle scuole ci dovrebbe essere innanzitutto una cattedra di scherzo". Solo per quest'affermazione penso che ai ragazzi leggere Buzzati faccia bene. Permette di raccogliere in terza riflessioni sui principali generi studiati lungo il triennio (favola, fiaba, fantasy, avventura, giallo, horror, cronaca) e di farne uso. Un maestro di scrittura 
 che grazie al mio lavoro ho piacevolmente ri-scoperto anch'io😊

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