lunedì 16 marzo 2020

Bisogna pur viaggiare...almeno con la fantasia.

Con i miei ragazzi di prima media ho scelto di  continuare a lavorare sul genere fantasy durante questa teledidattica esperienza, per una serie di ragioni che cercherò di spiegare brevemente di seguito. Intanto ho voluto mantenere una continuità con quanto stavamo svolgendo in classe prima che ci si fermasse così a lungo in casa. Avevamo viaggiato ed esplorato insieme a Dorothy ed al suo cagnolino, il meraviglioso mondo di Oz; lo avevamo raccontato da punti di vista differenti- dal punto di vista delle scarpette, del ciclone, dello stesso Totò. E questo perché, ci siamo detti, qualunque viaggio assume caratteristiche differenti a seconda di chi lo compie e di chi, poi, ce lo verrà a raccontare: essere un paio di scarpette d'argento magiche ai piedi di chi non ne conosce il potere se non alla fine di un viaggio che avrebbe potuto evitare, oppure essere un ciclone  dispettoso capace di trasportare una casa ed  i suoi abitanti addirittura  in un mondo altro o ancora essere un cagnolino muto al cospetto di tanti esseri- animali compresi- che invece parlano, sono storie da scrivere dentro una storia già scritta. E i miei primini così han fatto😊😊.
Pertanto io e loro eravamo già partiti per un viaggio sulle ali della fantasia e ora più che mai abbiamo bisogno, seppur a distanza, di continuare a farlo.
Allora in questi giorni mi sono chiesta come, e ho messo insieme alcuni strumenti che permettano a me e a loro di continuare da dove ci eravamo lasciati.
Ho rifatto il punto della situazione, una sorta di carta d'identità del genere fantasy, esemplificata dalla conoscenza del testo su cui abbiamo lavorato. Peraltro il 21 febbraio, ultimo giorno di scuola prima della pausa di Carnevale mai più interrottasi, la classe era andata al teatro Carignano ad assistere ad uno spettacolo proprio su "Il mago di Oz", sulla cui rivisitazione scenica al termine della stessa, i più erano stati capaci di cogliere  analogie e differenze♥️
Ora pertanto non ci resta che leggere altre storie fantasy  a partire da quelle offertaci dalla loro antologia. "Compagni di viaggio" vol.1 -questo è il titolo del nostro testo antologico in adozione, edito dalla Loescher- ci offre una carrellata di brani fantasy che a me non va di assegnare loro da leggere da pagina a pagina. Che noia, poveretti! Non lo avrei fatto nella nostra aula reale e non voglio farlo neppure adesso. E allora? Perché, mi sono detta,  non provare a far fare loro una caccia ai tesori che dentro questi brani potremmo scovare? Per farla ho dato vita ad un testo regolativo: il regolamento della caccia...dentro i testi e a distanza. E quindi, per far sì che i miei primini non si perdano dentro mondi paralleli e tra creature immaginarie, ho dovuto realizzare anche una mappa del tesoro. Non è così semplice farli entrare ed uscire da armadi, far percorrere loro Boschi Fruscianti, far disputare loro un torneo di Quidditch per conquistare il boccino d'oro o partecipare addirittura ad un raduno di Gyziani. 😅😅Peraltro ciascuno dovrà  portare con sé, al termine di ogni fantasiosa avventura, un pezzo necessario poi a costruire la nostra futura avventura. Già perché alla fine di questa caccia, dovremmo provare a tirare fuori nuove idee narrativeinput per nuove storie. Queste le sottoporremo ai voti e quella che ne avrà ricevuto di più diventerà l'idea narrativa guida. Intanto la nostra caccia al tesoro ci avrà fatto osservare da vicino oggetti magici, mondi paralleli, creature immaginarie e personaggi dotati di segni o poteri particolari affinché anche noi potremo produrre i nostri. Avremo conosciuto più da vicino come si usa una descrizione a servizio di un genere letterario.
Sono da sempre convinta, ancor più da quando insegno alle medie, che far lavorare i ragazzi sulle tipologie testuali, ad es il testo descrittivo, scorponandone l'uso dal genere dentro al quale il più delle volte lo incontriamo, sia un lavoro poco efficace a quell'età. 
Mi spiego meglio. Cosa se ne devono fare della descrizione delle loro scarpe da ginnastica, della loro cameretta o del loro cagnolone se non dentro una storia in cui "accadono fatti"? Il mio amico Gazzaniga,  nella diretta Facebook di sabato mattina dal suo terrazzo su Valpolcevera, raccontandoci dei suoi libri, si è soffermato a parlare anche della sua idea di storie vincenti: storie che tengano incollati i lettori alla pagina. "La scrittura"- diceva Gazzaniga sabato- "è un esercizio di empatia", "le storie sono belle quando accadono fatti al loro interno". Ed è vero. Lo sentiamo da lettori ma ancor più da docenti alle prese con  i tentativi di insegnare ai ragazzi a scrivere: io credo che si debbano fare nostre queste piccole grandi ricette-guida, quando spingiamo i nostri ragazzi a scrivere. Dobbiamo essere in grado di far entrare i nostri ragazzi in empatia con l'attività di scrittura che chiediamo loro di fare e spingerli a far accadere, dentro le loro storie, azioni. 
Così avrà un senso, per loro che la scriveranno e per noi che gliela faremo scrivere, anche la descrizione del paio di scarpe da ginnastica. Sarà più bello se poi magari chiediamo loro di immaginare le loro scarpe da ginnastica a dialogo con i loro piedi o con i loro calzini; oppure dopo una lunga giornata a fare l'unica azione che le scarpe sono in grado di compiere, "scarpinare", immaginarle a dialogo con il condominio-scarpiera dentro  cui abitano, nel quale racconteranno la loro giornata- doppiamente vissuta😂- e magari definiranno beate le vecchie e consumate suole ormai in pensione!😂
Insomma scrivere per me e per loro deve essere anche fonte di divertimento!♥️♥️
Ed ora torno di nuovo a dove, didatticamente, ci eravamo lasciati per giungere al finale di questa attività. Quando ciascuno sarà  pronto- al termine della caccia- a proporre un'idea di oggetto magico capace di portarci in un mondo parallelo, un'idea di mondo immaginario e il perché ci si potrebbe finire dentro ed un identikit, infine,   del personaggio protagonista, si voterà. I tre elementi più votati saranno gli ingredienti del nostro racconto fantasy. 
Dimenticavo le creature immaginarie:  per quelle  avremo il bestiario del nostro amico Benni. E dico nostro, mio e dei miei primini, perché quest'anno noi "Stranalandia" di Benni l'abbiamo esplorata. E Osvaldo, il suo unico abitante, ci presterà qualcuno degli strani animali della terra in cui vive.  A proposito: anche lui e i suoi strani conterranei stanno facendo il tifo per noi al momento. Anche loro, infatti, sono convinti che "Tutto andrà bene"♥️♥️♥️
A quel punto, solo allora, il nostro racconto fantasy nascerà: dopo che avremo vinto questa battaglia reale e ci ritroveremo a poterla raccontare.♥️♥️

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