sabato 30 aprile 2016

venerdì 29 aprile 2016

La "scopetta": una delle "imprese" simbolo della signoria sforzesca

Il consolidamento del potere politico sforzesco avviene attraverso vicende tempestose, ben raffigurate dall’impresa ad “onde grosse montanti”. In eterno subbuglio le Marche; in più, alla morte di Filippo Maria era sorta a Milano l’Aurea Repubblica Ambrosiana, animata dall’anacronistica speranza di tornare alle libertà comunali, ora che l’odiata stirpe dei tiranni ( quella dei Visconti) si era estinta. La presa di Milano avviene con un colpo di stato che il nuovo Signore tenterà di farsi perdonare con l’edificazione del grandioso ospedale per i poveri, meglio noto col nome di Ca’ Granda. Significativo che sulla pietra di fondazione dell’edificio sia scolpita l’impresa della “Scopetta” col motto “Merito et tempore”.
Nel linguaggio araldico (l'araldica è la disciplina che si occupa degli stemmi simbolo delle famiglie notabili) l'impresa indica l'immagine simbolica, allegorica ed emblematica scelta da una famiglia di signori a rappresentare fatti emblematici della propria storia.
L'impresa comprende il corpo (la figura, l'immagine vera e propria in genere un oggetto d'uso comune) e l'anima (la parola o il motto, talora di origine dialettale che si accompagna al corpo).
Altre imprese simbolo del ducato sforzesco sono il morso,  la scure, il radia magna, la colombina, lo stemma inquartato con il biscione e l’aquila imperiale.

lunedì 25 aprile 2016

25 aprile 1945 -25 aprile 2016

Oggi, 25 aprile 2016, si festeggia il 71 esimo anniversario della Liberazione: la data di celebrazione è quella del giorno in cui il CNLAI dirama l'appello dell'insurrezione armata contro i nazifascisti per la città  di Milano, sede del comitato di liberazione dell'Alta Italia. Simbolicamente il 25 aprile chiude un periodo di lotta durata circa 20 mesi, la cosiddetta Resistenza, che si fa cominciare dalla firma dell'armistizio a Cassibile l'8 settembre del 1943. La lotta fu condotta da tanti giovani, i partigiani, quanti consacrarono la loro vita, in molti casi perdendola, alla causa di difesa della loro patria, logorata da 20 lunghi anni di dittatura fascista, piegata e piagata dall'ingresso nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania nazista, allenza che si spezza proprio con la firma dell'armistizio del '43, che segna il passaggio dell'Italia dalla parte degli angloamericani e che vede, pertanto, l'Italia del nord occupata dalle truppe nazifasciste. Contro esse occorre resistere e pertanto lottare, nell'attesa che gli alleati, sbarcati nel sud della penisola, arrivino anche al nord.
Qui di seguito il link che vi condurrà a leggere le parole di un giovane partigiano che il 5 aprile 1945, dalla prigione nella Risiera di San Sabba (Trieste) nella quale è stato rinchiuso per aver aderito alla lotta partigiana ed essere stato catturato, scrive alla sua fidanzata  e alla sua famiglia l'ultimo saluto prima di essere crivellato a colpi di arma da fuoco.
La Risiera di San Sabba è considerato uno dei luoghi simbolo della Resistenza: fu dal '43 al '45 prigione politica, campo di concentramento e smistamento di ebrei, di sloveni, di prigionieri politici e di quanti venivano poi inviati ai campi di sterminio creati dalla Germania nazista; fu, anche, campo di sterminio.  Al giovane Pino e al sacrificio di tanti giovani, uomini e donne, va oggi la nostra memoria perché il loro sacrificio non sia stato vano. Buona festa di Liberazione

sabato 16 aprile 2016

Referendum 17 aprile 2016

Ai lettori e alle lettrici del mio blog, ai più giovani e ai meno giovani, ecco un link che rimanda alle ragioni del SÌ e a quelle del NO che si confronteranno domani, 17 aprile 2016, alle urne, cui gli italiani sono chiamati in occasione del referendum abrogativo sulle trivelle. Ci verrà chiesto: volete fermare i giacimenti in attività quando scadranno le loro concessioni? Se vinceranno i sì, saranno bloccate allo scadere delle concessioni.  Se vinceranno i no, continueranno a estrarre petrolio e metano fino all'esaurimento dei giacimenti.
Ecco due link che rimandano ad altrettanti articoli che mettono a confronto in modo chiaro e semplice le ragioni del sì e quelle del no. Buona lettura
Ragioni del sì e del no a confronto  (esponente PD per il no e Legambiente per il sì)
Le ragioni del sì e del no spiegate a mia figlia.
Buona lettura da chi VOTERÀ SÌ DOMANI

martedì 12 aprile 2016

Gli autori letti per la nostra antologia

Inserisco i siti degli autori letti:  ciascuno di voi visiterà quello del proprio autore per ricavare le informazioni che servono a scriverne il profilo biografico dal titolo "Cosa ne so di lui/lei?"
Sofia Gallo
Michael Molpurgo
R.L.Stine
Marcus Sedgwick
Janna Carioli
Luisa Mattia

GIiuseppe Festa: autore di libri per ragazzi sul mondo della natura e degli animali

Giuseppe Festa, educatore ambientale, è autore di documentari sul mondo della natura e di libri che narrano storie di, su e con gli animali: "Il passaggio dell'orso", "L'ombra del gattopardo", "La luna è dei lupi". Su richiesta del mio allievo Valerio, che adora il mondo degli animali e che sta leggendo un libro dell'autore, ecco il link per visitare il sito dell'autore Giuseppe Festa

giovedì 7 aprile 2016

Premio Strega ragazzi e ragazze

Sapete cos'è il Premio Strega ragazzi e ragazze? Non c'entra la festa di Halloween, come potreste pensare dal nome!
Il Premio Strega è stato istituito nel 1947, all'interno del salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci a Benevento, con il contributo di Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega, che dà il nome al Premio e si ricollega alle storie sulla stregoneria a Benevento che risalgono ai tempi dell'antichità classica. Il premio viene ogni anno assegnato ad un autore che ha pubblicato un suo testo tra il 1 aprile dell' anno precedente e il 31 marzo dell'anno in cui il premio viene assegnato. L'autore premiato è quello a cui una giuria di altri autori giudicanti e votanti avrà assegnato il maggior numero di voti per l'opera presentata.
Da quest'anno il Premio, giunto alla sua settantesima edizione, viene assegnato anche alla categoria degli autori per l'infanzia (lettori tra i 6 e i 10 anni) e l'adolescenza (dagli 11 ai 15 anni). Ecco il link per saperne di più sul Premio Strega ragazzi e ragazze, sui suoi vincitori (Susanna Tamaro con "Salta Bart"- lettori +6- e Chiara Carminati con "Fuori fuoco" -lettori +10) e su tutti gli altri testi finalisti del premio. Un modo per tenersi aggiornati sulle nuove pubblicazioni rivolte al giovane pubblico di lettori: Premio Strega ragazzi e ragazze

Appunti circa la Giornata di studi sulla Shoah, 06 aprile 2016 Liceo Cavour di Torino

Il 06 aprile ho partecipato ad una Giornata di studi sulla Shoah presso il liceo Cavour di Torino, patrocinata da Istoreto,  l'Istituto Piemontese Per La Storia Della Resistenza E Della Società. I relatori, rispettivamente i docenti  Bruno Maida, Alessandra Minervi, Luca Bravi e Alberto Cavaglion,  hanno puntato l'attenzione sui nodi critici che la memoria della Shoah ci pone come insegnanti  chiamati a farne didattica. Hanno preso parte all'incontro numerosi rappresentanti  dei tre ordini di scuola provenienti da varie scuole del Piemonte.
Gli interventi, in particolare, sono serviti a far emergere le seguenti questioni:
1) il ruolo della scuola nella trasmissione della memoria della Shoah, specie dal momento in cui molti dei suoi più diretti testimoni stanno per scomparire o sono già scomparsi: una responsabilità etica;
2) la memoria collettiva della Shoah , quella istituzionalizzata, la retorica della sua  celebrazione e il  rischio che essa fagociti le singole e diverse memorie della Shoah;
3) la commercializzazione della Shoah, divenuta un fenomeno di genere sia sul piano cinematografico che sul piano letterario e di conseguenza l'esigenza  per noi docenti, che spesso  ricorriamo a strumenti  ausiliari nel racconto della Shoah a scuola, di avere delle linee guida nella scelta degli stessi: ci sono e/o ci possono essere dei criteri nella selezione del materiale? Quali?
4) il concetto di memoria in divenire della Shoah: negli anni '70 e '80, ad esempio, si parlava della Shoah nei termini in cui  se ne parla oggi?
5) la pluralità di memorie collettive : la Shoah della deportazione razziale, la Shoah della deportazione politica, la Shoah degli internati militari; la Shoah dei deportati salvatisi e quella dei perseguitati; la Shoah vissuta dai bambini, quali soggetti sociali attivi della Storia e, pertanto, capaci di influenzare il ricordo dell'esperienza, a seguito ricostruita, secondo  forme di gerarchizzazione della realtà diverse da quelle di un adulto;
6) la "metonimia storiografica" del racconto della Shoah, con il conseguente rischio che il racconto di "una" Shoah obnubili le altre;
7) l'identità e il ruolo dei sinti e dei rom nella storia d'Europa e la loro Shoah: il porrajmos. I rom e sinti sono definiti la minoranza in percentuale più presente nell'intero continente europeo, tra i 12-14 milioni circa: cosa si sa già e quanto è ancora oggetto di studio nella ricostruzione storica di quest'evento per la storia del popolo rom e sinti e per la storia della Shoah?
8) la banalizzazione e/o semplificazione della Shoah: nell'immaginario e vocabolario collettivo spesso i termini dell'universo concentrazionario vengono utilizzati come metafore e/o iperboli che banalizzano e semplificano la drammaticità della Shoah;
9) la sacralizzazione della Shoah come evento da piedistallo, come unicum nel suo genere e/o paradigma a partire dal quale si possono/si devono leggere fenomeni della contemporaneità che hanno come protagonisti popoli o gruppi di essi, vittime di fallimentari politiche inclusive: i rischi e l'esigenza di creare parallelismi tra l'ieri e l'oggi.
I nodi critici del dibattito sulla didattica della Shoah hanno attraversato la prima parte della Giornata di studi svoltasi lungo quattro filoni tematici, in particolare, corrispondenti ad altrettanti interventi che tenterò di sintetizzare come segue.
Primo intervento: La legislazione fascista nella didattica della Shoah: riflessioni e proposte di didattica attiva/operativa per la scuola media, ma non solo. (intervento di Alessandra Minerbi, docente di una scuola media di Milano e autrice per la Giunti editore di una "Storia illustrata del nazismo")
Si è partiti da una riflessione sulla genesi della legislazione fascista e sulla sua diffusione giornalistica dal '38 in poi. Interessante a riguardo si rivela il lavoro sugli archivi storici di alcune testate giornalistiche  (il Corriere della Sera, la Stampa, in particolare), da condurre con i ragazzi a scuola, lavorando  sugli archivi in rete delle stesse. Tale lavoro dilazionato lungo il triennio delle medie, ad esempio, dà l'idea di quanto e come cambiò la situazione della comunità ebraica presente nel nostro Paese lungo il quinquennio che va dal '38 al '43. Interessante prima ancora è una descrizione su qual era la situazione della comunità ebraica in Italia.  Il lavoro sulla legislazione potrebbe essere affiancato da un parallelo lavoro sulle circolari ministeriali fasciste   nel mondo scolastico di allora e sul cosiddetto indice dei libri proibiti. Alessandra Minerbi ha lavorato con i suoi ragazzi consultando anche archivi di case editrici dell'epoca.
Bibliografia e sitografia di riferimento:
- Frediano Fessi, Ultima fermata Auschwitz (diario di un ragazzo ebreo in Italia nel '38 e nel '43; ben fatta l'appendice storica sulla comunità ebraica in Italia prima e dopo la progressiva entrata in vigore della legislazione fascista)
- sito apice
Secondo intervento. L' infanzia e la Shoah. (intervento di Bruno Maida, docente di Storia contemporanea all'Università di Torino).
Si è partiti da una distinzione semantica tra "persecuzione" e "deportazione" per arrivare a parlare della  narrazione della Shoah attraverso i ricordi dei perseguitati e deportati bambini, per i quali essa fu anche il venir meno dell'"onnipotenza genitoriale".
Suggerimenti bibliografici
- B. Maida,  "Storia per immagini della Shoah" (2015)
- Idem,  "La Shoah dei bambini. '38-'45", Einaudi 2013 (sulla persecuzione dei bambini ebrei in Italia)
- testo consigliato  dal docente per un racconto sull'infanzia durante la Shoah il romanzo "Per violino solo" di Aldo Zargani.
Terzo intervento. Il  porrajmos, ovvero il "grande divoramento" che nella lingua dei rom e dei sinti (il romanì) designa la loro Shoah. (intervento di Luca Bravi, studioso presso l'Università di Chieti della storia dei rom e dei sinti in Europa). Lo studiodo ha fatto luce e chiarezza su una serie di stereotipi legati alla minoranza di questo popolo assai presente in Europa: chiarezza semantica ("rom"  oggi termine omnicomprensivo anche di "sinti": storicamente rappresentavano i primi quanti dall'India si stabilirono nell'Europa dell'est; i sinti quanti, invece, si trasferirono nel nord Europa);  chiarezza sui modelli di percezione che si hanno a livello collettivo dei rom e dei sinti, percepiti essenzialmente come asociali e nomadi. Tali stereotipi, in particolare,  negli anni delle leggi razziali ne determinarono l'internamento nei campi di sterminio e le sperimentazioni genetiche di cui essi furono vittime (il padiglione 13 di Auschwitz e la notte degli zingari del 2 agosto '44 in cui lo stesso venne distrutto). Negli anni successivi alla guerra, alcuni  tra i diretti responsabili del porrajmos rimasero impuniti. Alcuni di loro diventano addirittura ziganologi e sulle loro false teorie ( si veda H.Arnold) vengono negli anni '70 elaborate le politiche "inclusive" di "accoglienza" dei rom nei campi rom e nelle classi ghetto a scuola, che fino all'84 la legislazione  scolastica nel nostro Paese ammetteva
Bibliografia suggerita sull'argomento e sitografia di riferimento
- romanzo di uno "zingaro": "La lente focale"di Otto Rosemberg;
- "Razza di zingaro" di Dario Fo
siti di riferimento www.porrajmos.it  www.romsintmemory.it.
4) la pluralità delle memorie, (intervento di Alberto Cavaglion). Riflessione sulla Shoah quale paradigma inclusivo, reagente per la contemporaneità: analisi dei rischi che ciò spesso determina,  sugli "abusi" della memoria.
I testi di riferimento suggeriti a riguardo:
-  "Abusi di memoria. Negare, banalizzare e sacralizzare la Shoah" di Valentina Pisanty
-Cvetan Todorov, "Di fronte all'estremo" (2001)
- Anna Vera Sullam Calimani "I nomi dello sterminio" (sulle scelte nominalistiche legate alla Shoah). Interessante la riflessione dello studioso sul ruolo di Giorgio Bassani, trascurato nel panorama letterario: il suo racconto della persecuzione nell'Italia e nella Ferrara  fascista fa da sfondo  alla raccolta "Cinque storie ferraresi" e al romanzo "Gli occhiali d'oro", in cui centrale è  il tema dell'omosessualità.
La seconda parte della Giornata di studi è stata dedicata alla condivisione di esperienze e/o proposte di didattica attiva, tra docenti dello stesso ordine di scuola. L'idea che ne è nata è quella di dar vita ad una rete costituenda, sulla didattica della Shoah, per la condivisione di esperienze didattiche e materiali; appuntamenti periodici per confrontare i risultati delle strategie metodologiche impiegate nella didattica della Shoah.
Il prossimo appuntamento sarà il 10 maggio alle ore 15.00 nuovamente  presso il Liceo "Cavour" dove noi docenti ci ritroveremo per un secondo incontro e i dirigenti scolastici delle scuole interessate interverranno per firmare l'atto di fondazione della rete sulla didattica della Shoah.
Alcune riflessioni ancora, quelle con le quali ci siamo lasciati giovedì 6 a conclusione delll'intensa Giornata di studi sulla Shoah.
Fare didattica della Shoah si dovrebbe accompagnare all'idea che i ragazzi di oggi vengano per così dire "attraversati" dalla narrazione lungo cui viaggia il ricordo, la memoria, grazie all'esperienza che a scuola noi docenti saremo stati in grado di  condividere con loro.
Fare didattica della Shoah non deve e non può essere legato al "dovere" morale di parlare ai nostri allievi della Shoah perché il "27 gennaio" ce lo impone: ecco perché costruire un cammino, triennale ad esempio, può rendere l'esperienza meno retorica e celebrativa, più costruttiva e formativa, rendendo la Giornata della Memoria una tappa lungo l'intero percorso.
Fare didattica della Shoah non significa  far vivere ai ragazzi solo un'esperienza di forte impatto emozionale, ma soprattutto conoscitiva, capace di renderli consapevoli  dei rischi cui ieri come oggi la circolazione di idee fondamentaliste ha esposto ed espone la società, generando al suo interno carnefici e vittime.

sabato 2 aprile 2016