giovedì 23 giugno 2016

"L'oro della montagna": la Grande Guerra attraverso gli occhi di un adolescente

"L'oro della montagna" è un romanzo storico per ragazzi di Paolo Colombo & Anna Simioni.
I due autori, legati prima da una lunga amicizia e poi diventati marito e moglie,  condividono  una grande passione: quella per la scrittura di storie che narrano la Storia.
"L'oro della montagna" appartiene al genere  diaristico: l'adolescente Piero, voce narrante, racconta le vicende della sua famiglia dall'ottobre del 1918 al dicembre del 1921.
Piero ha circa dieci anni all'inizio della storia; ha un fratello di nome Carlo che appartiene alla generazione del '99 (1899) chiamata a servire nell'esercito nel corso del 1917, dopo la decimazione subita a Caporetto dal Regio Esercito.
Carlo è un convinto sostenitore della guerra e da reduce disilluso dalla "vittoria mutilata" risponde all'appello di D'Annunzio ad occupare Fiume; al rientro dalla fallimentare impresa, Carlo si presenta in famiglia con indosso una camicia nera. A causa delle sue idee interventiste tra Carlo e il padre è sempre stato scontro: ecco perché per il giovane Piero la guerra è anche quella che si combatte  in casa tutte le volte in  cui padre e fratello intraprendono accese discussioni da "fronti" opposti. E poi c'è Alfio, il cugino di Piero, che un bel giorno, poco dopo la fine della guerra, si presenta in città vestito come un damerino, lui che è sempre stato povero. Alfio ha sette anni più di Piero e ha sempre voluto un gran bene al suo cuginetto; gli racconta di essere da poco rimasto orfano e pertanto da solo al mondo e poi confida a Piero il suo segreto: gli rivela, infatti,  di aver trovato la "pietra filosofale" su tra le montagne, salutandolo poco dopo e correndo via di gran carriera. Il nuovo tenore di vita di Alfio e, soprattutto, la sua rivelazione mettono in moto la fantasia di Piero e l'irrefrenabile curiosità di scoprire come abbia fatto il povero Alfio a diventare improvvisamente così ricco.
Il romanzo ha il pregio di affrontare  attraverso le vicende familiari di Piero i vari aspetti connessi a ciò che avvenne negli anni tra il '14 e il '18 e in quelli immediatamente successivi: la dimensione "mondiale" del primo conflitto e le conseguenze che ne derivarono non solo in termini di vite umane, ma anche sul piano degli inevitabili cambiamenti socioeconomici che ne seguirono. A tal proposito si rivela interessante come successiva lettura da proporre agli allievi  l'Introduzione al romanzo, scritta da Paolo Colombo sul significato rivoluzionario della Prima Guerra mondiale, sul perché ancora oggi si studia (una riflessione sul "commemorare" inteso come "portare insieme memoria"), sul contributo che a suo modo la guerra diede al "fare gli italiani".
Altrettanto utili sul piano didattico si rivelano sia la Nota storica in appendice, a cura di Luciano Tas, che le pagine del "Dopo i titoli di coda ovvero: che fine hanno fatto?" : la prima ripercorre le fasi storiche della Grande Guerra per blocchi tematici ("Perché la guerra dal '14 al '18 si è  chiamata mondiale? Perché è scoppiata? ecc...); il "Dopo i titoli di coda" fornisce informazioni post trama sulle vite dei personaggi.
L'apparato di note a margine che accompagna  la narrazione è un prezioso mezzo di approfondimento, recante notizie e curiosità sul periodo. Ciascuna nota è contrassegnata, peraltro, da un'icona che permette al giovane lettore  di identificare la tipologia di contenuto nella quale leggendola s'imbatterà: esercito e vita militare; cultura e idee; personaggi ed eventi storici; luoghi e battaglie; politica e società.
Qualche esempio a riguardo: le due parole "Firmato Diaz" in calce al testo del Bollettino della Vittoria emanato da Armando Diaz il 4 novembre del 1918, generano un buffo equivoco che porta i meno acculturati a scambiare le parole rispettivamente per nome e cognome del comandante e sull'onda dell'entusiasmo a battezzare con il nome di "Firmato" molti bambini. Altre note spiegano rispettivamente  l'analogia tra l'espressione "vittoria mutilata" a chiusura del testo de La preghiera di Sernaglia del Vate e la Nike di Samotracia;  l'origine e la diffusione dell'espressione "me ne frego"; a quanto corrispondeva la paga giornaliera di un fante italiano nella Prima Guerra mondiale; la nascita del  termine "broccolino" per definire la lingua degli italo-americani, che così storpiano il nome Brooklyn, il distretto newyorkese che ospitò molti nostri compatrioti partiti alla ricerca di fortuna.

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